ULTIMA TAPPA: AGGLOMERATO NEL NORD
Oltre la periferia, c’è l’ignoto. Ti guardi alle spalle per dare un’ultima occhiata alla capitale morale e ti accorgi che è tutto diverso. Milano non esiste più, al suo posto una babele che ha preso il nome di Agglomerato del Nord. NIRVANA (1997) rappresenta uno dei pochi esempi di film fantascientifici prodotti nel nostro paese. Un azzardo vista la scarsa fortuna e il pregiudizio verso il genere. Eppure le cose stanno cambiando. Ormai il pubblico italiano è abituato alla fantascienza e forse è giunto il momento di tentare un nuovo affondo in questo genere che appare tanto lontano e incredibile, quanto vicino nel raccontare temi che ci riguardano come persone e cittadini.
Forse il film di Gabriele Salvatore è arrivato un po’ presto, appesantito da un’amalgama di suggestioni che lo rendono un prodotto fortemente derivativo. Un po’ Blade Runner, un po’ Il Tagliaerbe, un po’ Trono d’agosto se non ci abipone una trama che, per chi mastica il genere, si sviluppa in maniera piuttosto prevedibile. Eppure ha il grande merito di non rifuggere l’ambizione dimostrando in tempi non sospetti che anche in Italia si può fare fantascienza. Anzi, di più, si può fare cinema di fantascienza a Milano, perché Nirvana è stato girato a Portello – nord est della città – nei vecchi stabilimenti dell’Alfa Romeo. Il riscontro dal punto di vista del botteghino ha inoltre appurato una verità inedita: esiste un pubblico molto più numeroso di quanto si possa pensare, affamato di fantascienza. Uno di questi è il babbo che sta scrivendo.
Appunti di viaggio:
- —> Volti noti della comicità milanese compaiono nella pellicola, tra gli altri: Bebo Storti, Paolo Rossi e Claudio Bisio.
- —> Diego Abatantuono come protagonista di un videogioco d’azione è forse la trovata comica migliore del film.