Il risveglio

DAWN OF THE DEAD (1978)

Uno degli aspetti più interessanti nel rivedere questa saga che si risorge come se Dawn of the Deadfosse la prima volta è osservare come gli stilemi visivi si aggiornano. In The Night of the Living Dead il bianco e nero rende memorabile una pellicola indipendente e destinata a riscrivere il genere horror in linea con la rivoluzione della New Hollywood. In Dawn of the Dead le disponibilità crescano e così anche le soluzioni di messa in scena e messa in quadro. Sinceramente non so dove cominciare. Il mio raziocinio viene meno perché qui siamo di fronte al meglio che Romero abbia mai prodotto e non riesco ad essere obbiettivo. Zombi – il titolo italiano rende conto di una collaborazione proficua in sede di produzione e sceneggiatura con Dario Argento – è uno dei miei film preferiti di sempre. L’incipit è folgorante. Fran, la protagonista, si sveglia nello studio televisivo dove lavora. No, no è un incubo – come avrebbe sperato Barbara – ma la cruda realtà. Esperti e giornalisti si sbranano sulle ragioni del disastro e soprattutto sulle modalità per sconfiggere l’epidemia di morti viventi. A Fran e ai suoi tre compagni non resta che fuggire. A tutti non resta che fuggire. Troveranno riparo in un centro commerciale. Il resto è storia (del cinema). Vi risparmio tutta la manfrina sulla critica al consumismo. Riporto giusto la scena madre che è cinema all’ennesima potenzia. Il quartetto di umani decide di impossessarsi del Mall e per farlo attiva il quadro elettrico. Il jingle che solitamente inondava i negozi torna a fungere da sottofondo e gli zombi presenti si accendono proprio come delle marionette riportate in vita dal desiderio di consumare. Fran si chiede perché continuino a dirigersi verso il centro commerciale. La risposta è semplice, tornano in un luogo che era importante per loro. «They’re us» dopotutto. Gli zombi in Haiti venivano riportati in vita dai padroni latifondisti affinché lavorassero ai campi. Oggi il padrone è il desiderio compulsivo del possesso e nell’universo romeriano i morti, ripetendo ciò che li caratterizzava in vita, continuano a consumare.  Carne umana.